angkor wat

Angkor, la meraviglia della Cambogia!

Dimitri Lepore - viaggiatore

Dimitri Lepore - viaggiatore

Tour di un giorno fra i templi di Angkor, in Cambogia. La meravigliosa capitale dell'impero Khmer è assolutamente imperdibile per ogni vero viaggiatore!
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Uno dei motivi che ci aveva spinto verso il viaggione nel sud est asiatico del 2019, era la visita al complesso dei templi di Angkor, in Cambogia.

Eravamo stati qualche giorno a Bangkok, e con un volo low cost cambogiano in qualche modo riuscimmo ad atterrare a Siem Reap. Il nostro road trip (o meglio air trip), sarebbe poi proseguito per il Vietnam, alla scoperta di Hanoi e della baia di Ha Long. Dopodiché saremmo rientrati in Thailandia per visitare il nord del Paese.

La cittadina

Siem Reap è appunto una città della Cambogia, che è una tappa obbligatoria se si vuole ammirare l’antica città di Angkor, dovete fare per forza base qui.

siem reap
Siem Reap in una giornata di pioggia

Il nostro hotel era piccolo ma dignitoso, c’era persino la piscina, anche se in ristrutturazione. A due passi dal centro, che io ricordi è stato l’hotel dove ho speso meno in tutti i miei viaggi, circa 4 dollari a notte!

Mix di valute

In Cambogia è normale, i prezzi sono bassissimi, e benché abbiano la loro moneta (il Riel), dappertutto usano il dollaro americano, o almeno a Siem Reap è così.

La cosa strana è che se comprate qualcosa ed il resto è “pari” allora vi danno indietro dollari. Se il resto prevede dei centesimi di dollaro, quello ve lo rendono in moneta cambogiana, che ha valore prossimo allo zero.

Ci trovammo dopo tre giorni con mazzette di Riel, di cui non sapevamo cosa fare, e che erano anche ingombranti nel portafogli. Venne fuori l’arte di arrangiarsi italiana. Se siete in questa situazione, andate da un 7eleven a caso, là i prezzi sono in entrambe le valute.

Perdete una mezz’oretta a contare le decine di banconote cambogiane che avrete messo da parte e dovreste riuscire ad acquistare una bottiglietta d’acqua!

Vita notturna in Cambogia

Tornando a Siem Reap, è una cittadina molto frizzante. Al centro c’è un grande mercato al coperto, molto colorato come tutti i mercati, e dove potete acquistare ogni tipo di souvenir.

Nei dintorni ci sono le principali strade commerciali, tra cui la mitica Pub Street. Il nome non è casuale, ma oltre ai pub che la sera si riempiono di turisti, sono presenti ogni tipo di divertimenti che potete desiderare.

pub street siem reap
Pub Street

I ristoranti sono specializzati in carne alla griglia, il tipico barbecue cambogiano prevede assaggi di carni diverse, fra cui coccodrillo (che avevo mangiato già a Bangkok), e non so perché anche struzzo e canguro. Molto buono è anche il piatto tipico cambogiano, il Fish Amok.

Pub Street la sera è chiusa al traffico ed è piena di vita, i locali che si affacciano su questa via diffondono musica a tutto volume ed in pratica diventa una discoteca all’aperto!

Siem Reap by night
Siem Reap by night

Credevamo di aver raggiunto a Bangkok un buon livello di insistenza da parte dei venditori presenti ad ogni angolo di strada. Ma a Siem Reap sono campioni del Mondo.

Tormentone cambogiano

Ti fermano ogni 10 metri e ripropongono la solita cantilena: do you wanna water? UAN DOLLA; do you wanna beer? UAN DOLLA; do you wanna eat? UAN DOLLA. Costa tutto un dollaro, è difficile liberarsene, ma alla fine impari.

Inizio del tour

Dopo un primo giorno di ambientazione, il secondo era dedicato finalmente alla visita dei templi di Angkor. Di buon mattino, contrattammo con un guidatore di tuk tuk un buon prezzo per scarrozzarci tutto il giorno, 5 dollari a testa.

Era un tipo simpatico, si presentò, ma non compresi bene il nome, lo chiamammo affettuosamente Pampurio. Come prima cosa occorre acquistare il biglietto ufficiale per entrare nell’area dei templi, è molto caro, 37 dollari per un giorno.

Esistono anche pass per 3 o 7 giorni, ma noi optammo per uno soltanto. Se proprio volete vedere tutto il complesso e tutti i templi non basta nemmeno una settimana, è grande circa 40km quadrati!

Se non siete archeologi professionisti una giornata piena è sufficiente secondo me. C’è chi li visita in bici, ma dovete essere allenati, le distanze tra un tempio ed un altro sono notevoli, e soprattutto in estate il clima è molto torrido.

Pampurio ci chiese se volevamo fare il tour piccolo o quello grande, noi scegliemmo il primo perché prevedeva comunque 6 templi fra cui i più famosi. A volte preferisco vedere meno cose, ma vederle bene e con calma.

Angkor Wat

Il primo che visitammo fu il celebre Angkor Wat (tempio della città di Angkor). E’ senza dubbio il capolavoro di tutta l’aera e dell’arte Khmer in generale. E’ immenso, infatti è l’edificio religioso più grande del Mondo.

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Angkor Wat

Il tuk tuk ci lasciò al di fuori del fossato che lo circonda, per arrivare al tempio bisogna percorrere un centinaio di metri su di una passerella fatta di materiale galleggiante. La prima cinta muraria è di per se imponente, e su tutti gli edifici molte scimmiette si arrampicavano gioiose.

interno angkor wat
Interno di Angkor Wat

Inoltre, una miriade di libellule colorate svolazzavano nei dintorni, rendendo tutto molto più scenografico. Dietro le mura parte il grande viale lastricato di pietre che porta al tempio vero e proprio, le foto migliori si hanno da qui, con la struttura sullo sfondo.

io ad Angkor Wat

Angkor Wat è costituito da quadrati di gallerie concentriche, al centro delle quali si ergono le grandi torri che simboleggiano il monte Meru (la montagna sacra indù).

Così come l’esterno, anche l’interno è spettacolare, con molte decorazioni in bassorilievo, che raffigurano varie divinità, principalmente Visnù. Sulle alte torri non siamo saliti poiché la ressa era tanta.

Ma nel cortile interno che si estende sotto di esse abbiamo immortalato moltissime immagini che sono rimaste scolpite nella nostra memoria, oltre che nella macchinetta fotografica.

cambogiane ad angkor wat
Foto tipica
Banteay Kdei

Ho anche alcune foto con un gruppetto di cambogiane in abiti tipici (ovviamente costo: UAN DOLLA). Dopodiché siamo tornati da Sor Pampurio che ci ha portati al Banteay Kdei.

Questo tempio si trova sempre nella antica città di Angkor, che fu capitale dell’impero Khmer. Impero che ebbe la sua massima espansione fra il 1100 ed il 1300, quando poi fu soppiantato dal regno di Ayutthaya (città che vi ho descritto in questo post).

ingresso benteay kdey, angkor
Porta d’ingresso Benteay Kdei

Banteay Kdei è abbastanza vicino ad Angkor Wat, mi ha colpito la porta di ingresso, non ero molto sicuro a passarci sotto, vista la sua decadenza. Dentro il recinto murario si sviluppa il tempio, che è molto in rovina.

colonne benteay kdei angkor
Colonne pericolanti

Alcune file di colonne sono così inclinate che non si riesce a capire come ancora possano stare in piedi. Suggestiva la galleria, la prospettiva che creano i portali uno di fila all’altro è molto particolare. La vegetazione ha quasi raggiunto gli antichi edifici, ma non tanto come in altri templi della zona.

io in una gallerie ad angkor
Tra le lunghe gallerie
Ta Prohm

Uno di questi è sicuramente il Ta Prohm. E’ il tempio che più ho preferito, è quello che è stato lasciato quasi così come è stato trovato, con la vegetazione che ingloba le costruzioni.

ta prohm agkor
Scorcio del Ta Prohm

Anche per questo motivo è uno dei più popolari in tutta Angkor. Gli alberi a volte sono cresciuti sugli edifici ed in alcune parti li hanno fatti crollare. In altri punti però sono le radici degli alberi stesse che sorreggono le gallerie del tempio.

albero del ta prohm
Con l’albero

Sembra proprio di essere degli archeologi che scoprono per la prima volta il sito, quando si visita Ta Prohm. Si passa tra stretti pertugi, accanto a blocchi di pietra crollati da una parete, gli alberi si avvinghiano attorno alle costruzioni e l’opera dell’uomo diventa un tutt’uno con la natura.

rovine ta prohm, angkor
Rovine Ta Prohm

Qui ad Angkor sono stati girati molti film, ed in particolare Ta Prohm è stato lo sfondo di molte scene di Tomb Raider, con Angelina Jolie protagonista.

ta prohm, amgkor
Porta misteriosa, Ta Prohm
Ta Keo

Il nostro fedele Pampurio ci ha reimbarcati tutti e 5 sul tuk tuk ed, oscillando non poco, ci ha condotti poi presso il tempio Ta Keo. E’ quello che ha l’aspetto più massiccio tra quelli visti, forse perché privo di decorazioni in bassorilievo.

scalinata ta keo
Scalinata del Ta Keo

E costituito dalla classica cinta muraria esterna e dalla torre al centro, che qui è possibile scalare. Non c’era nessuno oltretutto, e quindi non ho perso occasione di arrampicarmi su tutti i gradoni della torre per avere una visione dall’alto della foresta circostante. Peccato che altri templi in lontananza non se ne scorgevano.

Pranzetto in famiglia

Ridiscesi, siamo stati quasi obbligati a pranzare in uno dei ristorantini situati nei pressi (forse era di proprietà della sorella del nostro autista). Si trattava per lo più di baracche, dove sul retro cucinavano un po’ di tutto, forse anche qualche animale selvatico che passava da quelle parti.

Ragni e bacherozzi scorrazzavano felici sul pavimento, ma non mi sentivo ancora pronto per questo passo. (Nel prosieguo della vacanza però avrei poi mangiato uno scorpione, guardate qui il video). Per non sbagliare scelsi il pollo con riso e verdure, e devo dire che non era niente male, brava la sorella di Pampurio!

Bayon

La tappa successiva fu Bayon, che forse è secondo solo ad Angkor Wat per bellezza. Si trova in realtà non nella città di Angkor, ma in quella di Angkor Thom (città grande). Anche questa fu un’antica capitale dell’impero Khmer, anzi l’ultima.

bayon, angkor thom
Faccioni sorridenti, Bayon

E’ molto più estesa della vicina Angkor, che già comprende l’edificio religioso più grande che esista. All’interno di Angkor Thom sono presenti numerosi templi, e questo fa capire a grandi linee quanto sia esteso l’intero sito archeologico.

Bayon ha come al solito alcune cerchie murarie concentriche, e sotto di esse le tipiche gallerie a cui ormai eravamo abituati. I bassorilievi sono moltissimi e raffigurano scene di ogni tipo, dalla guerra, alla caccia a scene di vita di tutti i giorni.

bayon
Bayon, scorcio

Ma la galleria più interna è quella da non perdere, perché al di sopra di essa si trova un terrazzo, percorribile, che circonda tutta la torre centrale. Da qui si ha la visione migliore su quella che è la caratteristica principale di Bayon, le raffigurazioni di enormi faccioni sorridenti scolpiti nella pietra.

Si innalzano varie torrette quadrate, sempre più alte via via che si va verso il centro, e su ogni lato è presente un viso scolpito. Sono talmente tante le torrette, che ovunque ti volti trovi sempre una di queste teste che ti guarda sorridendo. E’ un posto che offre mille scorci per immagini bellissime.

faccioni bayon, angkor
Bayon

Il percorso poi proseguì attraverso la porta di uscita di Angkor Thom, molto bella anche essa con il ponte in pietra subito dopo. Le spallette del ponte sono formate da una serie infinita di statue di divinità.

porta angkor thom
Sul ponte di Angkor Thom
Phnom Bakheng

Pampurio ci lasciò di fronte all’ingresso dell’ultimo tempio da esplorare: Phnom Bakheng. Era oltremodo sorridente quando ci lasciò e capimmo subito il perché.

Un’ impegnativa salita attraverso la giungla cambogiana ci attendeva, per fortuna non molto lunga, ma i 42 gradi di quel giorno si sentivano tutti. Molti scelgono di salire fin lassù in elefante, ma non ci sembrava una scelta molto etica ed animalista, quindi scegliemmo le gambe, le nostre.

Arrivati in cima, il tempio in se per se è bello si, ma visti i precedenti è di un gradino inferiore. Merita la visita perché da un terrazzino seminascosto si ha un panorama spettacolare su Angkor Wat, che sembra immerso nella foresta.

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Angkor Wat visto dal Phnom Bakheng

Era ormai terminato il tour, con il tuk tuk raggiungemmo di nuovo il nostro hotel a Siem Reap, felici di aver potuto godere di queste meraviglie.

Viaggio STRAconsigliato!

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Eccovi alcune letture sui fantastici templi di Angkor e sulla storia della Cambogia! Inoltre, un link per iniziare a costruire il vostro sito da soli!

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