Se non avete mai visitato una città fantasma, vi consiglio Bodie in California. Si tratta di una ex cittadina mineraria abbandonata, diventata adesso State Historic Park.
Durante uno dei miei viaggi in USA, mi trovavo in California assieme ad un gruppo di amici. Avevamo già trascorso qualche giorno a San Francisco, e dopo una breve “toccata e fuga” sulla Pacific Coast ci eravamo addentrati nello Yosemite National Park.
La nostra prossima tappa era la Death Valley, di cui vi ho già parlato in questo fantastico articolo. Partendo dallo Yosemite le strade che attraversano le montagne rocciose non sono poi molte.

La strada
Anzi in pratica è quasi obbligatorio percorrere la CA120, detta anche Tioga Road, in direzione est. E’ una di quelle strade USA spettacolari, vi suggerisco di guidarci per molti km se vi trovate nei pressi.
Il panorama sulle montagne rocciose nei dintorni è bellissimo e sono molti i punti dove una sosta foto diventa quasi d’obbligo. Si inerpica fino al Tioga Pass, un valico montano appunto, posto a più di 3000 metri di altitudine.
Tioga Pass
E’ il passo più alto fra quelli situati sulle Rocky Mountains, ed è praticamente l’unico modo per attraversarle in auto, se si vuole andare dalla California al Nevada.
Il paesaggio è tipico montano, fra laghi d’alta quota e cime con ancora qualche fiocco di neve anche in agosto. Questa parte della Tioga Road, ed il passo omonimo, sono chiusi in genere da novembre fino a maggio.

Durante l’inverno infatti la neve qui si accumula per metri e metri, a tal punto che ogni anno occorrono alcuni mesi di lavoro, tra aprile e maggio, per liberarla e renderla di nuovo agibile.
In alcune annate la neve era così tanta e le condizioni del manto stradale così dissestate dalla stessa, che i lavori si sono protratti fino a luglio inoltrato. In genere però nei mesi estivi il Tioga Pass è aperto, così come lo è stato per noi nell’agosto 2014, e devo dire anche in perfette condizioni.
Mono Lake
Partendo dallo Yosemite i km in salita fino al passo sono circa 70, ai quali ne seguono altri 30 in una discesa scavezzacollo fino al Mono Lake. E’ un lago di origini vulcaniche, molto scenografico e dalle caratteristiche formazioni sedimentarie.

Da qui proseguendo verso sud saremmo arrivati a Bishop, dove avremmo pernottato prima di recarci nella Death Valley.
Ma era ancora presto e quindi decidemmo di andare ad esplorare la vecchia città fantasma di Bodie.Si trova a circa 50 km a nord del lago, gli ultimi 20 sono sterrati ma in buone condizioni.
Un pò di storia
Fu fondata più meno a metà del 1800 da William Bodey, da cui la città prende il nome. Era un vero e proprio pioniere che aveva deciso di tentare la fortuna e andare alla ricerca dell’oro nel West.

All’inizio era abitata da pochi cercatori e sembrava non offrire le ricchezze sperate. Dopo pochi anni William morì in una bufera di neve, da queste parti gli inverni sono molto rigidi e le estati calde e secche.
Come spesso accade, dopo la sua morte le grandi compagnie minerarie si impadronirono della zona e l’oro fu trovato sul serio ed in quantità considerevoli.
Da quel momento la cittadina di Bodie divenne un centro fiorente ed arrivò ad avere anche 10000 abitanti. Era una classica città del Far West, con la ferrovia, la stazione, la banca, la prigione ecc.

Al suo culmine nella strada principale erano presenti anche più di 60 saloon. L’oro veniva trasportato via fiume prima alle cittadine più vicine e poi fino a San Francisco.
Come in un film, le sparatorie e gli attacchi dei banditi alle diligenze erano all’ordine del giorno, così come le risse nei saloon. Con il passare degli anni l’oro si esaurì, e lentamente Bodie fu abbandonata. Dalla metà del 1900 ha in pratica un solo abitante, il custode dell’Historic Park.
Ha inizio la visita
Oggi è possibile visitare questa ghost town ed è molto suggestiva. All’ingresso della città si trova una targa commemorativa, posta negli anni ‘60, ai tempi della costituzione del parco storico. Le strade sono quelle polverose di un tempo.

Da quella principale dove trovate alcuni vecchi saloon e la banca, si diramano le strade secondarie più strette, che portano alle abitazioni. E’ possibile vagare liberamente per le vie di Bodie ed assaporare per un po’ la magica atmosfera del vecchio West.
Gli edifici sono tutti in legno, o quasi, e sono nelle stesse condizioni in cui vennero abbandonati. Molto caratteristica è la chiesetta, un po’ isolata dal resto della città.
La chiesa
E’ molto piccola ma è tipica, sembra quella della serie “quella casa nella prateria”. Sarà lunga una decina di metri, con il tetto a spiovente ed un piccolissimo campanile su di esso. Ci si può affacciare e dare una sbirciatina, ma l’esterno è molto più carino.

In questa città ho scattato quasi esclusivamente foto con effetto ruggine, danno un senso di abbandono ancora maggiore secondo me. Mi ha colpito molto un edificio pericolante, che pendeva tutto da un lato.
Edificio molto particolare
Sembrava che il vento del West che soffiava su Bodie lo avesse spinto tutto da una parte fino a farlo quasi cadere. Un carretto nelle vicinanze, sembra lasciato là in fretta e furia, come se il suo proprietario fosse stato costretto ad andar via da Bodie in poco tempo.

La stessa impressione me l’ha data la casa del falegname di Bodie, con la vecchia sega circolare ancora affissa all’esterno. Fra le vie della città fantasma potete trovare anche alcune vecchie automobili, anche loro sembrano lasciate là all’improvviso, in mezzo alla strada.

E’ stato impossibile non immortalarle. In alcune abitazioni è possibile affacciarsi e guardare l’interno, di solito si possono vedere i resti dell’antica mobilia, ormai quasi distrutti dal tempo. A Bodie era presente anche un quartiere a luci rosse, come in tutte le città del Far West che si rispettino.

Qui visse Rosa May, “la prostituta dal cuore d’oro”, che durante un’epidemia scoppiata tra i minatori, fece loro da infermiera e per cercare di guarirli, si ammalò e morì anch’essa.
Per veri fan
Uno dei motivi per cui io ero infinitamente contento di trovarmi in questa ghost town era il fatto che Bodie è stata la location di un famoso servizio fotografico degli U2 ai tempi del Joshua Tree album, a fine anni’80. I fan del gruppo irlandese mi sapranno capire.
Terminata la visita ci incamminammo nuovamente verso le nostre auto, felici di aver trascorso qualche ora in questa singolare cittadina.
Viaggio MOLTO consigliato!
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