La zona del Casentino, in Toscana, offre bellissimi scenari naturali e numerosi borghi medioevali tutti da scoprire. Un lunedì di settembre ci trovavamo in ferie, per puro caso, sia io che la mia cara amica Sara. Io travelblogger e lei esperta fotografa, decidemmo di visitare questa splendida vallata in provincia di Arezzo.
Come ci si arriva?
E’ facilmente raggiungibile da questa città, ma se provenite come noi da nord, vi suggerisco di uscire dall’autostrada A1 a Firenze Sud ed imboccare la statale 67 fino a Pontassieve. Da qui dovete percorrere la SR70 che vi porta in Casentino attraverso il passo della Consuma.
E’ un tragitto di montagna ed un po’ tortuoso, ma già con panorami niente male. Dapprima la strada si snoda tra i vigneti che abbelliscono le colline di queste zone. Siamo in pieno Chianti e si capisce solo guardando fuori dal finestrino che il vino da queste parti è una cosa seria.
Poi la lingua d’asfalto inizia gradualmente a salire e l’aria si fa più fina. Dopo qualche tornante si giunge al Passo della Consuma a circa 1000 metri di altitudine. Anche noi ci siamo fermati qualche minuto, un po’ per sgranchirsi le gambe, un po’ per ammirare la vista che si ha da lassù su tutta la vallata sottostante. Dal passo è tutto discesa fino al Casentino!
Camaldoli
Avevamo deciso come prima tappa di recarci a Camaldoli. Pertanto decidemmo di tralasciare per questa gita, il castello di Romena, che in molti ci avevano consigliato, ci torneremo un’altra volta. (per saperne di più su un castello da favola clicca qui!)
La piccolissima località di Camaldoli ruota tutto intorno al monastero dei monaci benedettini fondato quasi mille anni fa. E’ immerso nella foresta, infatti ci troviamo all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
La farmacia
Appena arrivati decidemmo di entrare subito nell’antica farmacia, in cui i monaci un tempo lavoravano spezie e piante medicinali per curare i malati. Oggi all’ingresso trovate il negozio moderno, in cui si vendono gli attuali prodotti naturali per la cura della persona.

Ma nelle stanze accanto l’atmosfera diventa molto più affascinante. Sono presenti infatti gli antichi strumenti con cui i monaci preparavano gli unguenti ed i medicamenti. Una di esse ha le pareti completamente costituite dagli scaffali di legno dove venivano conservate le ampolle e gli alambicchi, e si vedono ancora oggi sbirciando fra gli intarsi degli arredi. Bellissimo anche il vecchio bancone della farmacia al centro della sala principale.

Verso l’Eremo
Usciti dalla farmacia abbiamo chiesto ad un monaco benedettino informazioni per raggiungere l’Eremo di Camaldoli. In tipico accento del Casentino, ci ha spiegato che con una piacevole passeggiata tra i boschi potevamo arrivare fin lassù.
Lasciata quindi l’auto nei pressi della farmacia, ci siamo incamminati lungo la strada che in salita porta fino al Sacro Eremo di Camaldoli. Tutti gli altri turisti invece, o quasi sceglievano di andare in auto. Infatti, alla fine della salita quel monaco, almeno per me, era sempre benedettino, ma non più tanto benedetto!

La strada si inerpica tra i boschi secolari di quella zona, è suggestiva e spettacolare da percorrere. Si è completamente immersi nella natura, nel silenzio e nella pace. La salita è quindi piuttosto impegnativa, ma ne vale la pena in definitiva. (per saperne di più su alberi secolari in Toscana, clicca qui e leggi il post sul Quercione di Montecarlo!)
L’Eremo
Arrivati in cima, trovate di fronte a voi l’Eremo dove vivevano i monaci che abbandonavano completamente la vita in comunità per la clausura in mezzo alla foresta del Casentino. E’ molto bella la chiesa situata nei pressi dell’Eremo, ed inoltre potete visitare la cella di San Romualdo il fondatore del monastero di Camaldoli e dell’Eremo stesso.


La cella è di dimensioni ridottissime, tutta in legno, molto scarna ed essenziale. La vita quassù era proprio completamente dedicata alla spiritualità. Usciti dall’Eremo, non avevamo tanta voglia di percorrere di nuovo tutta quella strada, seppur in discesa.

Quindi abbiamo letteralmente rincorso l’unica auto che stava andando via e chiesto un passaggio. La signora, che alloggiava per qualche giorno all’interno della foresteria del monastero, è stata molto gentile ad accompagnarci fino alla nostra auto.

Pausa pranzo alternativa
Era quasi ora di pranzo, e la fame iniziava a farsi sentire. Non eravamo giunti fin là per pranzare ad un ristorante per turisti, ma ci avevano dato ottimi consigli. La nostra meta era il ristorante Ospitale dei Brilli, situato nel paese di Stia, a pochi km.

Quindi un breve tratto in macchina e finalmente abbiamo potuto degustare i famosi tortelli di patate che si cucinano da queste parti. Io con il ragù, Sara burro e salvia, entrambe le versioni spettacolari.

A Stia vi consiglio di visitare la centrale piazza Tanucci. E’ caratteristica, si vede che anche qui siamo in un borgo medioevale del Casentino, ma soprattutto è una movie location! Infatti ci hanno girato numerose scene del film “Il ciclone” andateci e capirete quali.
Poppi
Il tempo stava peggiorando e pertanto optammo per la visita al castello di Poppi. Questo comune del Casentino è un piccolo gioiello, dovete assolutamente visitarlo se capitate da queste parti. Tralasciando la parte moderna, situata in basso, salite in auto fino al borgo antico.

A metà strada trovate il monumento ai caduti, che è un ottimo punto panoramico sulla vallata sottostante. In questa valle si svolse la famosa battaglia di Campaldino tra guelfi e ghibellini nel 1289. alla quale prese parte anche Dante.

Giunti a destinazione abbiamo come prima cosa fatto un giro per le stradine di Poppi, molto ben tenute e caratteristiche. Ma certamente l’attrazione principale è il castello dei Conti Guidi.
Il Castello
E’ sicuramente uno degli esempi più belli di castello medioevale che potete trovare in Casentino, ma credo anche in Italia. (ed inoltre assomiglia un po’ a Palazzo Vecchio, leggi qui!) Ha una piccola cinta muraria, tutta ovviamente adornata dai tipici merli in pietra.

Superato il primo portone, dopo uno stretto ponticello, si giunge in un piccolo cortile con al centro un pozzo anche esso in pietra. Dopodiché entrate nell’androne principale che è molto molto bello. Da qui partono le scalinate, in parte in pietra ed in parte in legno, che portano ai piani superiori.

Gli stemmi araldici adornano questo ambiente e l’atmosfera è veramente molto suggestiva. Potete visitare le antiche prigioni, dove venivano letteralmente gettati i condannati. Oppure potete salire nel salone principale, che è stato anche sede dell’amministrazione comunale di questo comune del Casentino fino a tempi recenti.

In una sala è allestita la storia della battaglia di Campaldino, di cui vi accennavo in precedenza, con tanto di plastico molto dettagliato. Molto bella anche la piccola cappella, con affreschi di artisti della scuola di Giotto.

Ma la sala che ho preferito è stata sicuramente la libreria, piena di manoscritti antichi e con edizioni antichissime della Divina Commedia tutte da ammirare.


Arezzo
Si era fatta quasi l’ora dell’aperitivo, e dato che la situazione meteo era leggermente migliorata, abbiamo deciso di lasciare Poppi per dirigersi verso la città di Arezzo, uscendo quindi anche dal Casentino. Ad Arezzo da vedere sicuramente la cattedrale e le sue innumerevoli chiese, che ospitano tantissime opere di Piero della Francesca, Cimabue e molti altri artisti.

Noi abbiamo fatto un giro veloce ma non ci siamo persi la bellissima Piazza Grande, contornata dalle logge del Vasari. Inoltre anche Arezzo è piena di movie location, il film “La vita è bella” infatti è stato girato in molte vie e piazze di questa città.

Terminato il sostanzioso aperitivo la pioggia ci ha sorpreso nel tratto di strada che ci separava dalla nostra auto. Quindi un po’ stanchi, bagnati, ma sicuramente soddisfatti e divertiti abbiamo terminato la nostra gita di un giorno in Casentino e siamo ritornati verso casa.
Viaggio MOLTO consigliato!
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